Strategie di adattamento delle piante mediterranee
Le piante mediterranee vivono in un ambiente estremamente sfidante. Devono affrontare estati calde e secche, suoli poveri di nutrienti, forte esposizione al sole e al vento, oltre a eventi naturali e pressioni esterne come incendi frequenti, pascolamenti intensivi, disboscamenti e, nelle zone costiere, l’influenza del sale. Tutti questi fattori limitano crescita, fotosintesi e sopravvivenza, costringendo le piante a sviluppare strategie di adattamento straordinarie. Ecco alcune delle principali:
Vivere intensamente in una sola stagione e sopravvivere come seme
Questa strategia è tipica delle piante annuali, che completano il loro ciclo vitale prima dell’estate. Fioriscono in primavera, attirano impollinatori con colori vivaci e producono semi che rimangono dormienti fino alle prime piogge autunnali. Durante l’estate, la pianta quasi scompare, sopravvivendo solo attraverso i semi.
Nascondere la vitalità sottoterra
Le geofite conservano le parti vitali sotto terra, accumulando energia in bulbi, rizomi o tuberi e proteggendosi dal caldo e dalla siccità. Pur sembrando dormienti in superficie, queste piante si preparano a fiorire non appena arrivano le piogge.
Radici profonde per prepararsi al futuro
Alcune piante appaiono inattive in autunno e inverno, ma sotto terra le radici continuano a crescere in profondità per raggiungere l’umidità residua. Se sopravvivono all’estate, sviluppano anche radici superficiali per catturare piogge e nutrienti futuri.
Difendersi con foglie dure e coriacee
La sclerofillia, cioè foglie dure, spesse e coriacee, riduce la perdita d’acqua e permette di vivere su terreni poveri. Le foglie sono spesso sempreverdi, con stomi protetti e cuticola lucida impermeabile.
Ridurre l’esposizione e perdere foglie quando serve
Alcune piante, come lo spina porci (Sarcopoterium spinosum), perdono le foglie nei mesi più caldi per conservare acqua. Altre riducono l’esposizione al sole con foglie piccole, aghiformi o verticali.
Proteggersi con peluria e superfici riflettenti
Alcune specie hanno peli o superfici argentate che riflettono la luce, creano microclimi e catturano umidità dall’aria, riducendo la perdita d’acqua.
Profumare per difendersi e sopravvivere
Molte piante producono oli essenziali aromatici che le proteggono dai predatori, competono con altre specie e limitano la perdita d’acqua.
Esempi: cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), lavanda selvatica (Lavandula stoechas), origano (Origanum vulgare),
Accumulare acqua e fotosintetizzare con intelligenza
Le succulente immagazzinano acqua nei tessuti carnosi e spesso effettuano la fotosintesi di notte (CAM), riducendo la perdita d’acqua durante il giorno.
Crescere compatte e proteggersi dagli elementi
Molte specie crescono a forma di cuscinetto o palla, proteggendo tessuti, gemme e radici da caldo, vento e sale. Sono diverse dalle tappezzanti tradizionali, che occupano semplicemente lo spazio, mentre le camefite suffruticose sono mini arbusti pulvinati adattati al clima mediterraneo.
Adattarsi agli incendi
Alcune piante mediterranee, chiamate pirofite, sopravvivono e si rigenerano rapidamente dopo un incendio.
Pirofite attive vegetative: ricrescono da polloni, cioè rami o radici; esempi: erica (Erica arborea), corbezzolo (Arbutus unedo).
Pirofite attive generative: rinnovano la popolazione dai semi stimolati dal calore o dal fumo; esempi: cisti (Cistus spp.), pino d’Aleppo (Pinus halepensis), pino marittimo (Pinus pinaster).
Pirofite passive: resistono grazie a strutture dure, come la corteccia spessa della sughera (Quercus suber).
I semi leggeri si disperdono facilmente e colonizzano rapidamente le aree bruciate; nei cisti, il fuoco rompe il tegumento favorendo l’assorbimento dell’acqua, anche se possono germinare naturalmente anche senza incendio.
Difendersi dai pascolamenti
Le piante mediterranee affrontano erbivori che brucano intensamente. Alcune sviluppano spine o tessuti duri, altre producono composti chimici amari o irritanti.
Nota: tutte le immagini sono state prese dal sito Acta Plantarum oppure scattate da me.