Studio di progettazione del verde
Terra Ascoltata
Ho fondato lo studio Terra Ascoltata per dare forma a una visione del paesaggio come processo vivo, in cui ogni elemento viene accolto con attenzione e rispetto.
Per me progettare nasce dall’ascolto e dal rispetto di ciò che esiste già.
Ascolto prima di tutto la terra — non cerco di adattarla a un’idea astratta di bellezza, ma scelgo le piante in base alle reali condizioni del suolo e del clima.
Ascolto il contesto che circonda il giardino: osservo come le piante convivono spontaneamente nella natura selvatica e cerco di riproporre queste alleanze vegetali in modo armonico e vitale.
E ascolto anche le persone — perché il giardino è prima di tutto uno spazio da vivere, dove rallentare, respirare, ritrovare una connessione più profonda con sé stessi e con il mondo.
MARIA KOSOVSKAYA - MASHA
Mi chiamo Maria Kosovskaya (Masha, per gli amici).
Il mio percorso non nasce dall’architettura del paesaggio, ma da un bisogno più profondo: rallentare, tornare al corpo, riscoprirmi parte della natura.
Dopo anni di ricerca interiore e trasformazioni personali, ho trovato nei giardini un linguaggio silenzioso, che parla di presenza, semplicità e verità.
Durante la mia formazione come Progettista del Verde presso la Scuola Agraria di Monza, ho incontrato la filosofia del giardino mediterraneo — e in quel momento ho sentito che potevamo diventare compagni di viaggio.
Il giardino mediterraneo nasce per convivere. È un giardino che si adatta, che accoglie il clima, la luce, la siccità.
Nel giardino mediterraneo a secco — il cosiddetto Dry Garden — la scarsità diventa una risorsa: si scelgono piante che vivono bene con poca acqua, che convivono con il terreno arido, che richiedono irrigazione e manutenzione minime, diventano calamite di biodiversità e raccontano una storia di adattamento e armonia.
Per me, questo tipo di giardino è una forma di ascolto radicale, che introduce anche una nuova estetica: gentile ed essenziale, lenta e resiliente, imperfetta e autentica.
Terra Ascoltata, ed io in prima persona, desideriamo portare tutto questo nel mondo.